Non c’è dubbio che i media, comprese le App online, forniscono degli importanti significati su questioni legate al corpo delle giovani donne, oltre il 50% delle quali, (tra gli 11 e i 15 anni) legge riviste legate alla moda e alla bellezza e il 95% è esposto alle influenze dei social media. L’esposizione a immagini di bellezza ideale, ultramagra e informazioni connesse al cibo, coincide con un periodo della loro vita in cui l’autostima, i sentimenti di controllo ed efficacia sono instabili; l’immagine corporea è più fragile a causa dei cambiamenti fisici della pubertà e dove la tendenza al confronto sociale è al suo apice. 

Le ragazze si trovano così in una sottocultura di dieta, riflettendo i messaggi non solo dei media ma anche di genitori, coetanei, membri del sesso opposto. I ragazzi non sono immuni da queste pressioni e la prevalenza delle pratiche di controllo del peso tra i giovani uomini, incluso l’abuso di steroidi, è in aumento. L’analisi dei contenuti mediatici ovunque li troviamo, fornisce un flusso di articoli sul controllo del peso, sia attraverso il fitness o il controllo degli alimenti, sia attraverso la bellezza fisica, insieme a modelli femminili la cui sinuosità è diminuita costantemente nel tempo. 

Nonostante vi sia un crescente allarmismo legato all’influenza dei media sull’immagine corporea o sui comportamenti alimentari non vi è parallelamente un riscontro nel valutare l’esito a lungo termine dell’esposizione a determinate immagini e valori.  È difficile sapere quali valori sociali vengano modificati dai media o da altri aspetti del cambiamento sociale e tecnologico. 

Una varietà di studi riportano costantemente che riviste, video musicali e attività online influenzano le adolescenti nella loro idea di cosa sia una buona forma del corpo inducendole a perdere peso con successivi comportamenti dietetici. Tali constatazioni devono essere interpretate in base al fatto che le donne tendono a sopravvalutare le loro dimensioni corporee, una caratteristica che si estende fino ai primi giorni della pubertà. In altre parole, i media non rendono le donne bisognose di essere più magre, ma i media possono aiutarle ad aumentare la loro sensazione di sentirsi più grasse di quanto si sentano già.

La relazione dei social media con l’immagine corporea viene spesso esaminata utilizzando la teoria del confronto sociale di Festinger che sostiene che le persone facciano un’autovalutazione sulla base di confronti con altri simili. Sui social media, le adolescenti fanno più spesso confronti con i coetanei e raramente confrontano il loro aspetto con la famiglia. 

La ricerca trasversale inoltre mostra associazioni negative tra l’immagine del corpo e l’impegno attivo sui social media, in particolare basato su foto (Holland & Tiggemann). 

Meier & Gray hanno valutato l’attività fotografica di Facebook, uno dei social più famosi del web, individuando relazioni positive da piccole a moderate con una sottile internalizzazione dell’ideale di magrezza, spinta alla magrezza e una piccola correlazione negativa con l’insoddisfazione del peso.

Sui social media, le adolescenti pubblicano immagini idealizzate di se stesse. Di conseguenza, le donne sui social media probabilmente vedono immagini idealizzate dei loro coetanei e si confrontano con queste immagini idealizzate (Manago et al.); gli uomini hanno meno probabilità di usare i social media in questo modo. 

Un recente studio (Hogue) mostra che questa attività può causare un piccolo aumento dell’immagine negativa del corpo.  I risultati hanno mostrato che l’impegno attivo sui social media basati sull’aspetto dei coetanei ha portato a un’immagine del corpo preoccupante nelle giovani donne adulte, mentre l’interazione con quella della famiglia non ha avuto alcun effetto sull’immagine del corpo sostenendo l’ipotesi formulata inizialmente. Questo studio si aggiunge alla letteratura che mostra che l’immagine corporea delle giovani donne adulte è influenzata negativamente dalla visualizzazione di foto di donne attraenti sui social media (Tamplin et al.). Sembra che i media non si limito a rendere desiderabile il corpo ideale, ma promuovano il messaggio che qualsiasi altra cosa è indesiderabile. Le persone accettano il messaggio che se non sono attraenti come il modello proposto non sono adeguate e che questo influenzerà ad esempio caratteristiche non connesse con il peso come la loro capacità di ottenere un buon lavoro o attirare membri del sesso opposto.

Anche la nuova ondata di articoli sull’alimentazione sana è un’altra faccia della stessa medaglia, con l’obiettivo di gestire la salute attraverso il controllo del peso e mina le difese che possono esistere contro la dieta. Questi articoli sono così avvincenti che, visti in un contesto di crescente confusione su ciò che è buono o cattivo da mangiare, stanno creando quello che viene definito come ortoressia. In questa condizione le persone che vi aderiscono diventano ossessionate dai cosiddetti piani alimentari sani o virtuosi che implicano la perdita di peso e che mascherano una relazione malsana con il cibo. Dall’altra parte, paradossalmente, troviamo una pressione mediatica esagerata nei confronti dei bambini che vengono esposti ad un flusso continuo di promozione di cibi ricchi di grassi, cioccolato e cereali ricchi di zuccheri supportando l’industria alimentare e contribuendo in modo significativo sui problemi futuri di peso dei bambini.  

Considerando infine che i social media influiscono sull’immagine corporea delle adolecenti, si dovrebbero mettere in atto delle azioni da parte delle istituzioni preposte e da parte di professionisti del settore perché i social media presentino una maggiore varietà di forme e dimensioni del corpo nelle foto, nell’industria musicale e scoraggino la dieta come un atteggiamento salutare in assenza di sovrappeso. Anche le infinite App presenti nel web che vengono facilmente istallate nei dispositivi dovrebbero essere filtrate dai genitori di soggetti molto giovani affinchè non sviluppino false ed ingenue credenze che possono diventare pericolose. 

Fonti bibliografiche 

  • Festinger, L. (1954). A theory of social comparison processes. Human Relations, 7,117–140. 
  • Hogue JV, Mills JS. (2019). The effects of active social media engagement with peers on body image in young women. Body Image, 28, 1-5. 
  • Holland, G., & Tiggemann, M. (2016). A systematic review of the impact of the useof social networking sites on body image and disordered eating outcomes. Body Image, 17, 100–110. 
  • Manago, A. M., Graham, M. B., Greenfield, P. M., & Salimkhan, G. (2008). Self-presentation and gender on MySpace. Journal of Applied Developmental Psychology, 29, 446–458. 
  • Meier, E. P., & Gray, J. (2014). Facebook photo activity associated with body imagedisturbance in adolescent girls. Cyberpsychology, Behavior, and Social. Networking, 17, 199–206. 
  • Tamplin, N. C., McLean, S. A., & Paxton, S. J. (2018). Social media literacy protects against the negative impact of exposure to appearance ideal social media. images in young adult women but not men. Body Image, 26, 29–37.
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