LA MENTE ANSIOSA AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

A cura di Lucia Camporese

Tutti siamo preoccupati per la situazione che stiamo vivendo, i giornali, la televisione comunicano dati di morte come in un bollettino di guerra. Il numero delle persone infettate aumenta, alcune le conosciamo e questo senso quasi di irrealtà ci annienta e ci disorienta. Per questo, nonostante il lavoro e le mille distrazioni che possiamo attivare in queste lunghe giornate, è praticamente impossibile che i timori, le ansie non prendano forma come se avessero una vita propria. Ed ecco che ci troviamo ad avere un costante rimuginio, in cui non vorremmo proprio entrare, ma inevitabilmente ci ritroviamo a pensare in una modalità catastrofica. Le persone ansiose vorrebbero avere sempre tutto sotto controllo… e in questo periodo storico caratterizzato dal COVID-19 nulla è sotto controllo; così i pensieri ansiosi si insinuano anche in soggetti normalmente poco ansiosi.

Ma perché ci ritroviamo sempre dentro a questo circolo vizioso? Per prima cosa dobbiamo prendere consapevolezza che è normale, nonché umano provare ansia in situazioni di tale portata, dove il rischio per la nostra salute e quella dei nostri cari viene messa a rischio. Non possiamo colpevolizzarci per la nostra sensibilità ma dobbiamo imparare a gestire questa situazione prima che la preoccupazione diventi ansia e l’ansia si trasformi in panico. La seconda cosa che dobbiamo fare è quello di capire come procede la nostra mente e provare ad intervenire attivamente per modificarne il pensiero.

Che cosa significa? La nostra mente, in particolare quando ha un’elevata attivazione, è preoccupata ed utilizza un meccanismo che si chiama attenzione selettiva: seleziona alcuni eventi negativi estrapolandoli dalla situazione generale. Questo processo ovviamente non permette più di avere una visione generale ed oggettiva del problema ma anzi ci induce a focalizzarci esclusivamente sul dettaglio negativo. Va da sé che è per questo motivo che l’ansia prende forma. 

A tutto ciò, nelle persone che già normalmente vivono uno stato di ansia si associa un altro processo mentale che può condurre facilmente al panico e che è la predizione negativa. Le persone non si trovano più con la mente nel presente ma hanno già anticipato l’esito negativo degli eventi processandoli nel futuro in un modo catastrofico. La conseguenza di questi pensieri catastrofici e ricorrenti è la comparsa di sensazioni di tensione, preoccupazione e modificazioni fisiche. I sintomi più frequenti dell’ansia sono sudorazione, tachicardia, senso di soffocamento, insonnia, vertigini e capogiri. 

Come ben ci insegna la clinica nella terapia cognitivo comportamentale, è proprio in questo momento che le persone adottano dei comportamenti di controllo o di evitamento per cercare di gestire l’ansia. Sfortunatamente è proprio questa ricerca di controllo che stabilisce il perpetuarsi del circolo vizioso dell’ansia. 

Che cosa suggerire allora alla persona ansiosa che in questo momento si trova ad affrontare non solo la sua caratteristica modalità di controllo dell’ansia ma anche si trova davanti a questa minaccia concreta? La prima cosa direi di affrontare l’incertezza del momento senza fare previsioni, senza controllo. Aspettare…anche se è difficile perché non solo non ne siamo abituati, ma anche perché quando c’è una situazione di pericolo normalmente l’essere umano si attiva maggiormente. La nostra generazione, il nostro secolo e in generale il mondo occidentale non ha mai affrontato una pandemia così grave ma l’essere umano ha delle caratteristiche potenti da mettere in atto dopo un iniziale momento di impotenza e stress: la più potente è la resilienza.

La resilienza viene definita come la capacità del soggetto di raggiungere un buon livello di adattamento nonostante le avversità, i traumi, lo stress. Essere resilienti non significa essere invincibili e infallibili, ma essere flessibili, disposti al cambiamento, correggere la propria “rotta”, rialzarsi.

E allora mettiamo in atto alcuni aspetti apparentemente semplici ma spesso difficili che possono aiutarci in questa difficoltà.

  • Parliamo: parlare ci aiuta a dare spazio e allineare i molti sentimenti confusi del momento e anche a capire le molteplici e contrapposte emozioni interne e a creare una visione più chiara della realtà. 
  • Condividiamo il dolore: condividere il malessere generato da tutte queste trasformazioni in modo tale che le emozioni sconvolgenti inizino a sembrare più normali e comprensibili.
  • Intraprendere azioni: è importante sentirsi attivi in questa interminabile attesa e quindi sostenere, attraverso la propria rete sociale le persone più vulnerabili con tutti i mezzi possibili come le molte tecnologie da Whatsapp a Skype che sono state messe in gioco in questi giorni per sentici più vicini. Anche azioni concrete come fare la spesa per qualche vicino anziano ci può far sentire attivi.
  • Informiamoci moderatamente: nel senso di non leggere troppe fonti di informazioni ma di attenersi a poche, magari quelle ufficiali, in modo tale da non alimentare sempre più dubbi.
  • Distraiamoci: non possiamo preoccuparci per il futuro tutto il giorno, dobbiamo allentare la tensione occupando il tempo con attività rigeneranti che possono andare da giardinaggio ad un buon libro, ad un film.
  • Blocchiamo il pensiero catastrofico: qualsiasi sia lo scenario che immaginiamo non è reale al momento e lo affronteremo tutti insieme come comunità.

il covid- 19, non è ancora passato ma come tutti i gravi eventi della storia, passerà. segnerà un tempo, un tempo prima del coronavirus e dopo il coronavirus… tanto più che è un evento che sta coinvolgendo tutto il mondo e non solo la nostra nazione.

Recentemente ho letto in un post di un’amica che diceva che nella sua cultura asiatica la parola “crisi” è composta da due caratteri: quello del pericolo e quello delle opportunità. Mi auguro quindi che, dopo aver perso il controllo a causa del Coronavirus trasformeremo anche questa vicenda in una grande opportunità di crescita umana e personale. 

E mi sento di concludere con una frase di speranza ma anche di appartenenza che resterà indelebile nella nostra mente: ANDRA’ TUTTO BENE!