Dismorfismo muscolare: una visione attuale

Dismorfismo muscolare: una visione attuale

A cura di Lucia Camporese, AIDAP Padova

 

Il dismorfismo muscolare è un disturbo che viene conosciuto grazie agli articoli pubblicati da Pope e colleghi a partire dal 1993. Inizialmente veniva definito come “anoressia reverse” ed è stato così possibile cominciare a concettualizzare l’eccessiva preoccupazione di una mancanza percepita di muscolosità, come un rischio per la salute. Nel 1997 il termine “dismorfismo muscolare” entra nel lessico psichiatrico definendo in questo modo una condizione di sofferenza psicologica caratterizzata da una insoddisfazione patologica circa la propria muscolosità, anche in presenza di ipertrofia muscolare.

L’argomento ha attirato, nel corso degli anni, anche l’attenzione dei media popolari. Ad esempio, la British Broadcasting Corporation ha recentemente riferito che il 10% dei maschi inglesi iscritti in palestra soffre di dismorfismo muscolare. L’attenzione che l’argomento ha ricevuto nella letteratura popolare e scientifica, riflette la dissonanza agli stereotipi sessuali occidentali tipici in cui gli uomini maschili si suppone si identifichino. All’interno di questi stereotipi, l’aspetto è un problema femminile. Nella quinta edizione del DSM-5 il disturbo è ben definito ed inserito come una variante del disturbo da dismorfismo corporeo. Il Dismorfismo Muscolare è caratterizzato dall’eccessiva preoccupazione del proprio aspetto fisico con la convinzione che il proprio corpo non sia sufficientemente asciutto e muscolare. Tale preoccupazione oltre all’eccessiva attenzione all’esercizio fisico ed alla dieta è caratterizzata da altri segni tipici quali:

 

  • Rinunciare ad importanti attività di carattere sociale, lavorativo o ricreativo a causa dell’impellente necessità di mantenere in vita allenamenti e dieta controllata;
  • Evitare attivamente situazioni nelle quali viene esposto il proprio corpo, o provare forte imbarazzo e stress quanto tali situazioni sono inevitabili;
  • Manifestare disagi clinicamente significativi legati all’eccessiva preoccupazione del proprio grasso corporeo, della propria muscolatura e delle dimensioni del proprio fisico;
  • Esercitare una continua azione di controllo sulla dieta e sull’esercizio fisico, con la conseguente comparsa di ulteriori manifestazioni fisiche o psicologiche negative

Numerosi lavori inoltre sottolineerebbero la riduzione della qualità di vita di questi utenti, con immediate ripercussioni sull’insorgenza di ulteriori disturbi di natura psicologica e psichiatrica. Date le conseguenze connesse alla salute e l’attenzione che l’argomento ha raccolto nel pubblico, recentemente Tod e colleghi hanno scritto una review che può contribuire a rivelare che cosa si conosce sul dismorfismo muscolare, evidenziare le lacune esistenti per identificare le correnti percezioni nella letteratura scientifica.

Al di là di alcune caratteristiche, non vi è ancora una completa comprensione dell’eziologia, la prevalenza, la classificazione, la prognosi e il trattamento di questo disturbo. Inoltre, le evidenze si basano per la maggior parte su un piccolo numero di studi non standardizzati o studi descrittivi essenzialmente limitati a piccoli campioni di maschi occidentali. Infatti le differenze tra persone con e senza dismorfismo muscolare hanno dato dei risultati contradditori e con molti limiti legati in particolare alla poca solidità dei dati di una così esigua campionatura. Lo studio, tuttavia, offre alcune interessanti osservazioni come il fatto che le persone che soffrono di dismorfismo muscolare, rispetto a molti altri campioni, presentano un IMC (Indice di Massa Corporea) maggiore, così com’è maggiore l’indice di massa senza grasso.  Lo studio, invece di trattare le caratteristiche demografiche e fisiche come precursori individuali, sottolinea che vi potrebbe essere una maggior comprensione del fenomeno esaminando l’interazione delle variabili sociali e psicologiche. Ad esempio, il dismorfismo muscolare potrebbe essere una reazione ad abusi fisici, si suppone che questi soggetti hanno avuto con maggior probabilità un evento traumatico, come una violenza sessuale o violenza domestica, bullismo e da ciò deriva l’essere più deboli rispetto ai coetanei o sentirsi vulnerabili in un ambiente ostile, come già ben illustrato in studi precedenti. Resta comunque il fatto che i risultati per quanto riguarda il comportamento sono incoerenti e non sempre facilmente equiparabili alla teoria. I risultati mostrano ancora, persone con dismorfismo muscolare che sono più propensi a consumare sostanze illegali, adottare comportamenti alimentari disfunzionali (diete ricche di proteine e strategie contro l’incremento del grasso corporeo), uso di integratori alimentari o steroidi anabolizzanti.

Per quanto riguarda le variabili psicosociali, rispetto ai controlli, persone con dismorfismo muscolare sono più soggette ad una diagnosi psichiatrica concomitante o passata, tra cui disturbi dell’alimentazione, disturbi dell’umore/ansia, uso di sostanze o disturbi di dismorfismo corporeo e hanno tentato il suicidio. Lo studio evidenzia un limite importante degli studi effettuati in questo settore e cioè che sono stati presi in considerazione i “bodybuilder”; termine utilizzato per definire diversi gruppi di persone, da quelli che competono nello sport del bodybuilding a quelli che sono membri di palestra o chi compete in sport correlati. Questi vari gruppi sono caratterizzati da obiettivi di allenamento diversi, regole e pratiche sociali che possono influenzare i sintomi da dismorfismo muscolare. Non si può presumere che essi rappresentino una popolazione omogenea. L’uso scorretto del termine può rendere difficile trarre conclusioni coerenti. Inoltre i risultati contradditori possono anche derivare dal campione di piccole dimensioni che conduce ad una ridotta potenza statistica e una maggiore probabilità che si verifichi la legge dell’inganno dei piccoli numeri.

Rispetto alla prevalenza, un dato comunemente citato è quello di Pope e colleghi che stimano 100.000 uomini americani, anche se non vi è evidenza di questi riferimenti. Sono stati effettuati altri studi nel tentativo di valutare la prevalenza del dismorfismo muscolare spaziando dall’1% al 54% e rendendo i dati privi di significato a causa delle diversità metodologiche tra il piccolo numero di indagini. L’osservazione è che la prevalenza generale è di gran lunga inferiore a questi dati.

I ricercatori hanno dibattuto anche lo stato nosologico del dismorfismo muscolare e contestato anche la validità dei criteri diagnostici e hanno suggerito di riposizionare il dismorfismo muscolare sotto altre classificazioni come il disturbo da dismorfismo corporeo, disturbi dell’alimentazione, disturbo ossessivo-compulsivo o dipendenza comportamentale. Come accennato in precedenza, spesso la letteratura sulla classificazione del dismorfismo muscolare è stata guidata dai sintomi. Vari disturbi condividono gli stessi sintomi non permettendone una facile classificazione. L’utilità di una diagnosi di dismorfismo muscolare è un approccio alternativo: fornisce elementi di prova circa l’eziologia, la risposta al trattamento, e la prognosi e gli autori sostengono che fino ad oggi la ricerca è insufficiente per guidare a delle conclusioni.

Interessanti i dati che gli autori riportano nello sviluppo del disturbo che indicano una correlazione tra massa muscolare e forza; è comprensibile che gli individui equiparino la muscolosità con sicurezza e molti case reports hanno evidenziato anche il collegamento tra muscolosità e successo riproduttivo dove vi è una correlazione negativa circa la preoccupazione sulla capacità sessuale.

Attualmente, proprio per il numero insufficiente di trial su questo disturbo, non vi sono nemmeno delle valide indicazioni su come aiutare queste persone affetta da dismorfismo muscolare. Alcuni ricercatori hanno suggerito un trattamento basato sulla terapia cognitivo-comportamentale e supportato dall’utilizzo di un antidepressivo in quanto questo è l’intervento di elezione per il disturbo da dismorfismo corporeo. Purtroppo non è da considerarsi un trattamento di prima scelta specifico per questo disturbo e molto c’è ancora da studiare.

Sarebbe interessante verificare come mai questo disturbo ha così ampli limiti nella ricerca e perché i ricercatori hanno tardato ad affrontare queste limitazioni. L’ipotesi più accreditata è legata al fatto che la maggioranza dei professionisti europei coinvolti nella ricerca, prevenzione, o il trattamento dei disturbi dell’alimentazione raramente incontrano persone con dismorfismo muscolare nella loro pratica clinica e hanno creduto che era una creazione di media popolari, una variante di altri disturbi ed era meno meritevole di attenzione. Un altro valido motivo per cui la ricerca non si è interessata a questo disturbo è che la condizione causa l’afflizione per gli individui, ma ci sono pochi dati per sostenere le affermazioni che è un problema di salute pubblica degno di ricerche comparabili ad altri disturbi che sono in lizza per avere una parte dei finanziamenti che come si sa sono sempre limitati. In un recente studio di Griffiths e colleghi è stato evidenziato che persone descritte con caratteristiche associate al disturbo da dismorfismo muscolare capaci di controllare la dieta e l’esercizio fisico vengono ammirate per la loro capacità di controllo e vengono in genere apprezzati positivamente.

Tod e colleghi hanno enfatizzato in tutta la loro review l’esigenza di ulteriori ricerche su persone con dismorfismo muscolare, di stabilirne la prevalenza, ad esempio, con studi epidemiologici ben condotti che possono aiutare a valutare se la condizione è degna di finanziamento pubblico, rispetto ad altri problemi. Il rischio è che questi studi dimostrino che la circostanza è rara e la ricerca produrrà un impatto limitato sulla salute pubblica. In entrambi i casi, gli studi di prevalenza aiuteranno i finanziatori a pesare l’importanza del problema. Se gli studi dimostreranno una sufficiente prevalenza, i finanziamenti pubblici saranno giustificati e indirizzeranno i loro sforzi per comprendere altri argomenti come trattamento, l’eziologia e la prognosi. Anche l’osservazione che esista un numero significativo di pubblicazioni non in lingua inglese indica che il dismorfismo muscolare ha suscitato interesse dei ricercatori intorno al globo. La ricerca interculturale, tuttavia, è stata per lo più limitata ai paesi sviluppati e occidentali, e queste società possono avere più somiglianze che differenze. I ricercatori che fanno i confronti interculturali attraverso diverse culture miglioreranno la conoscenza.

Inoltre i ricercatori hanno dichiarato che la maggior parte delle persone con dismorfismo muscolare sono maschi. Tuttavia, alcuni autori hanno dimostrato che le femmine potrebbero manifestare la stessa condizione ma in modo diverso rispetto ai maschi, fornendo una strada per ulteriori indagini.

 

Referenze:

–          Pope HG Jr, Katz DL, Hudson JI. Anorexia nervosa and “reverse anorexia” among 108 male bodybuilders. Compr Psychiatry. 1993; 34 (6): 406-409.

–          American Psychiatric Association. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders. 5th ed. Washington, DC: APA; 2013.

–          Tod D, Edwards C, Cranswick I. Muscle dysmorphia: current insights. Psychol Res Behav Manag. 2016 Aug 3;9:179-88.

–          Griffiths S, Mond JM, Murray SB, Touyz S. Positive beliefs about anorexia nervosa and muscle dysmorphia are associated with eating disorder symptomatology. Aust N Z J Psychiatry. 2015;49(9):812–820.